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      Il vantaggio ed il piacere ch'io ritraggo dalle sue lettere esigerebbe ch'io ne procurassi la frequenza con l'esattezza delle mie, e se talvolta son costretto, mio mal grado, a trascurarlo, la perdita ch'io ne risento ha più bisogno di compatimento che di perdono. Dovrei qui, prima d'ogni altra cosa, protestar contro l'eccesso della sua parzialità a mio riguardo; ma il riandare ciò ch'ella dice di me, anche con animo di oppormi, è sommamente pericoloso. La vanità dei poeti non ha bisogno di eccitamenti, ed ella è troppo abile a persuadere. Perché conservi il suo equilibrio la mia dovuta moderazione non si vuole esporre a tentazioni così efficaci; onde subito alle dimande.
      Confesso che l'orazione sciolta non avrebbe avuto per me minore allettamento che la legata; ma, destinato dalla Providenza a far numero fra gl'insetti del Parnaso, non mi è rimasto l'arbitrio di dividere fra l'una e l'altra gli studi miei. Ho bene intrapreso diverse volte fra gl'intervalli delle mie poetiche necessarie occupazioni qualche prosaico lavoro, sempre per altro analogo al mio mestiere; ma obbligato da frequenti sovrani comandi a riprender la tibia e la lira, ho dovuto far sì lunghe parentesi, che tornando poi all'opera interrotta ho trovato raffreddato quel metallo che già fuso e preparato al getto m'era convenuto di abbandonare; e sentendomi minor pazienza per correr dietro alle idee dissipate, che coraggio per nuove imprese, mi sono avventurato a tentarle; ed esposte ancor queste alle medesime vicende, hanno sempre cagionato il fastidio, il disgusto e l'abbandono medesimo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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