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      L'ostinazione della vostra diabolica febbre, il ritratto patetico dello stato nel quale tuttavia si trova il vostro forse troppo bel cuore, e l'amoroso pensiero che vi ha suggerito la vostra affettuosa amicizia per aggiungere nuovi legami a quella che già così indissolubilmente ci stringe, sono idee ben degne del dolce ed amaro tumulto dal quale mi sento a vicenda internamente agitato. Non potevate darmi una prova più cara del candido e costante amor vostro che quella d'invitarmi ad una sacra alleanza, a preferenza d'un milione di personaggi luminosi e distinti ai quali potete offerirla. Fra queste considerazioni immaginatevi a qual segno io vi son grato: e quanto dolcemente mi solletichi questa nuova sicurezza dell'invidiabil luogo ch'io occupo nel vostro cuore. Ma perché in questa valle di lagrime non può trovarsi contentezza perfetta, il piacere di vedermi così distinto da voi è intorbidato da un invincibile impedimento che si oppone all'esecuzione del vostro obbligante disegno. Il non aver io rappresentato mai dall'antica epoca della mia nascita sino al presente giorno il personaggio del quale per bontà vostra voi mi credete degno, sarebbe un leggiero ostacolo trattandosi del mio gemello: ma il malanno si è che, oltre le molte persone colle quali mi sono scusato di farlo, non sono ancor due mesi che ho rigettate le istanze di soggetto che ha molta connessione con la Corte, il quale avrebbe ragionevole motivo di sdegnarsi della mia condescendenza per altri, avendola negata a lui: e lo sdegno del medesimo non mi sarebbe solo rincrescevole, ma potrebbe diventarmi dannoso.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Corte