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      Addio: vi abbraccio de more con l'annosa appendice e sono come sempre.
     
     
     
      1755
     
      A MATTIA VERAZI - MANNHEIM
     
      Vienna 11 Febbraio 1769.
     
      È un solito gentilissimo effetto della parziale attenzione di V. S. illustrissima la cura di farmi parte de' suoi nuovi poetici lavori, i quali, benché non mi sorprendano, corrispondendo perfettamente alla mia espettazione, mi obbligano sempre e mi dilettano. Negli ultimi de' quali ella mi onora non ho trovato altro che riprendere, se non il sensibile rincrescimento che mi avveggo che gli han cagionato prestando occasione o motivo alle due critiche delle quali si lagna: cioè delle intempestive lagrime eccitate e dell'insolito numero de' personaggi nella Licenza. La mia critica ben più giusta di queste disapprova la sua intolleranza in simili vicende. Ella ha già tanta esperienza che non può oggi mai ignorare che in questo nostro doloroso commercio di sudori e d'applausi rade volte presiede la giustizia all'equilibrio de' cambi, e che chi non sa accostumarsi alla compensazione che può farsi all'ingrosso degli eccessi del discapito e del guadagno, convien per sua quiete che si risolva a far traffico d'altre merci che di quelle del Parnaso. Aggiunga che nelle sue presenti circostanze le accuse ch'ella soffre non offendono punto l'artefice: poiché quando ancora il suo componimento avesse esacerbato il dolore degli ascoltanti bisognosi di consolazione, avrebbe ella peccato contro la delicatezza d'un uffizioso riguardo, ma non già contro alcun canone poetico; e se non ha seguitato il costume nella Licenza che dal teatro imperiale si è disteso (e non già da tempo immemorabile) ad alcuni altri teatri della Germania, ha contravvenuto all'etichetta di qualche Corte, ma non di quella d'Apollo: e ha rinunciato al comodo conceduto dai sovrani ai poeti liberandoli, a prezzo d'un breve complimento, dall'insopportabile legame di dover sempre inventar favole allusive all'occasione che si festeggia.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Febbraio Licenza Parnaso Licenza Germania Corte Apollo