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      1773
     
      AD ANGELO FABRONI - FIRENZE
     
      Vienna 27 Aprile 1769.
     
      Sono defraudati alle utili ed indefesse letterarie occupazioni di V. S. illustrissima e reverendissima quei momenti ch'ella gentilmente a scrivermi talvolta impiega: onde, quantunque rare, hanno sempre appresso di me le sue lettere tutto il merito della frequenza.
      Auguro maggior diligenza al romano stampatore affinché io possa sollecitamente approfittarmi della obbligante disposizione di V. S. illustrissima e reverendissima a fornirmi d'un esemplare della nuova aspettata sua Decade; la quale non abbisognerà certamente della protezione del Magalotti, col quale ella intende d'accompagnarla. Abbisognerò ben io appresso di lei d'un idoneo mallevadore che possa degnamente corrispondere in vece mia ai crescenti crediti che va ella giornalmente sopra di me accumulando, dove pur non le piaccia d'accettar per moneta corrente una infinita gratitudine: solo ma sincero mio capitale.
      Ho risentita vivamente in me stesso la prova della sua asserzione: cioè che non possono leggersi senza una interna tenera commozione le numerose e concordi relazioni di Roma, esprimenti la rispettosa ammirazione e l'amoroso giubilo dal quale si è trovata universalmente e oltre ogni credere invasa all'arrivo degli adorabili nostri sovrani, sino al meraviglioso segno d'aver dimenticato, durante il tempo della loro permanenza, e tutto il mal che la preme e tutto il peggio che la minaccia. Ah voglia il Cielo che la fausta apparizione colà di cotesti augusti Dioscuri sia presagio di calma a quella povera agitatissima nave: al naufragio della quale par che tutti i venti congiurino.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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