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      Vagliano almeno queste ciance ad eccitar la fermentazione della vostra immaginativa.
      Quando si scrive in fretta si accettano le prime idee che si presentano, che non son sempre le più commendabili. Io vi ho avvertito qui sopra di guardarvi dallo scegliere per vostro soggetto la vittoria di Belgrado; ed ora, ripensandovi sopra, mi si presenta come il più grande di tutti. La situazione d'un esercito assediante, una piazza difesa da ventimila giannizzeri, e che si trova tra due fiumi esso stesso assediato da quasi duecentomila musulmani che sopraggiungono; che non essendo composto che di quarantamila combattenti al più, va considerabilmente ogni giorno scemando per le infermità, i disagi e il doppio fuoco de' nemici; il giusto abbattimento di quasi tutti gli ufficiali, non che de' soldati; la costernazione della reggia; i palpiti di tutta la cristianità; l'imperturbabile, fra tanti oggetti di spavento, eroica costanza del capitano, e la sua finalmente solenne compiuta strepitosissima vittoria, che cambia in un istante la pubblica desolazione in giubilo trionfale, parmi un soggetto fornito di tutto il grande, di tutto l'interessante e di tutto l'inaspettato che possa mai desiderarsi. Se mai vi sentiste allettato a sceglierlo quanto io lo sarei, potrete difendervi dalla difficoltà che mi si presentò dal bel principio coll'esempio del gran Torquato, la di cui Gerusalemme, ch'egli cantò liberata, in breve giro d'anni ricadde, come il nostro Belgrado, nelle mani degl'infedeli. Mi pare di sentirvi esclamare: - Oh che gran chiacchierone!


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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