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      Posso dirle per altro, così di passaggio, che i due Salmi 44 e 67 mi hanno eccitato nell'animo un tal senso di piacere e di ammirazione che tuttavia mi solletica; il primo per l'artificiosa, elegante e poetica elocuzione così mirabilmente analoga a' suoi sensi allegorici, non meno che al letterale; ed il secondo perché dalle profonde tenebre, e dall'apparentemente disperata sconnessione dell'originale, mi è comparso inaspettatamente innanzi lucidissimo e conseguente.
      Ne' suoi pensieri poi sull'antica musica e sul teatro ha congiurato il mio amor proprio a farmene compiacere; poiché la maggior parte de' medesimi concorda perfettamente con quelli che la meditazione sugli oggetti stessi aveva in me antecedentemente prodotti.
      Mi ha quanto doveva obbligato l'amico e confidente racconto delle sue passate e presenti vicende, e non so lodare abbastanza la savia risoluzione d'impiegare i suoi distinti talenti a più fruttifere e per lei non men gloriose applicazioni della poesia. Io ne preveggo i solleciti e luminosi progressi, e prendo già parte ne' medesimi, e come giusto conoscitore del raro suo merito, e quasi come suo nazionale. Non si scandalizzi a questa mia pretensione: ha essa i suoi fondamenti. Non era straniero per lei il mio benefico, non so se più padre o maestro, Gian Vincenzo Gravina, che con sudore meritevole di frutti più degni di lui ha procurato arricchirmi delle greche, delle latine lettere, e della romana giurisprudenza. Non lo era il celebre di lui cugino Gregorio Caloprese, a cui egli mi consegnò fanciullo per compir sotto la sua disciplina tutto il corso filosofico, e col quale abitai in Calabria tutto il tempo che fu creduto necessario al disegno.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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