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      ??´tat??. Ma il giudizio, l'ordine, il sangue freddo e la moderazione che regna nel trattato del Diodati non può mai per natura accordarsi col carattere de' capricciosi, sconnessi, ardenti ed orgogliosi entusiasti. Onde o non lo è il Martorelli, o il trattato non gli appartiene: ed io ho qualche personal motivo per credere più probabile la seconda parte del mio argomento cornuto: poiché questo degnissimo letterato nel pubblicar con le stampe senza l'assenso mio la lettera da me scritta confidentemente sul merito dell'Ariosto e del Tasso, e col dedicarmi ora una sua traduzione d'un Elogio d'Omero senza avvertirmene prima di pubblicarla, e caricando la dedica (per onorarmi) di circostanze che mi affliggono e mi mortificano, mi fa ragionevolmente dubitare ch'egli possa esser appunto un di quegl'ingegni impetuosi ed ardenti che difficilmente resistono alla vivacità degli affetti e delle immaginazioni. Qualunque egli sia, mi ha ridotto a non saper qual partito prendere: poiché non posso compiacermi senza taccia d'usurpazione, né lagnarmi senza ingratitudine degli eccessi di così amorosa parzialità. Eccovi il sincero mio sentimento, corrispondente alla sincerità del vostro e che dee rimaner come quello fra noi. Per oggi sono stanco di scrivere, ma non lo sarò mai di conservarmi.
     
      P. S. Se conoscete per avventura un signor abate Francesco Sinibaldi romano, giovane di ventotto anni in circa, figliuolo d'un curiale, dilettante di poesia ed autore d'un componimento drammatico intitolato La reggia di Nettuno, stampato costì in occasione che vi comparve il nostro Cesare, ditemene qualche cosa: ma non crediate che la mia curiosità meriti alcun vostro incomodo per appagarla, onde secondatela, se potete, senza farvene un affare.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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