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      Voi mi assicurate d'averlo attentamente e più volte riveduto e limato: convien pure dare una volta il suo termine alle nostre dubbiezze, altrimenti sarebbe mal proporzionato lo spazio delle nostre operazioni alla brevità della vita. Nel caso per altro che persistiate nella risoluzione, vi prego a non lasciarvi mai sedurre dall'amicizia a farne dedica a me. Voi non par che abbiate questa tentazione diabolica, ma io son così nemico di cotesti incensi, che ve ne avverto per una soprabbondante cautela: facendovi arbitro nel rimanente del mio pienissimo assenso. Addio, mio caro signor Rovatti. La mia povera testa tormentata non soffre lunghe applicazioni. Vedendo il signor N. N. osserverò il silenzio pitagorico. Non cessate intanto d'amarmi e credetemi costantemente.
     
     
     
      1792
     
      A VINCENZO CAMILLO ALBERTI - BOLOGNA
     
      Vienna 19 Giugno 1769.
     
      Per altre mani che per quelle del valoroso signor Brambilla, fummi reso ier l'altro il noto sonetto, distinto per la materia e per la forma. In rendimento di grazie per dono così elegante, ho creduto ben fatto di offrirlo all'Altezza Reale della serenissima arciduchessa Marianna, che l'ha molto gradito: che senza fallo ne farà osservare i meriti all'augustissima sua genitrice presentemente, e poi al nostro Cesare quando tornerà a sorgere su questo orizzonte. Qualunque sia la Ninfa che ne ha ella destinata portatrice, mi giungerà sempre caro il libro del dottissimo Agatopisto: come dee essermi qualunque cosa esca dalla penna di codesto insigne letterato. L'ufficiosa di lei cortesia non lascia tempo di respirare alla mia riconoscenza, e rende sempre più sproporzionata ai debiti la mia facoltà di pagarli.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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