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      Non si stanchi ella intanto dal riamarmi, né dal farmi ogni giorno più insuperbire de' miei pronostici con gli assidui luminosi frutti de' colti suoi e felici talenti, e mi creda sempre con la più affettuosa e riverente stima.
     
     
     
      1813
     
      A GIACOMO MARTORELLI - NAPOLI
     
      Vienna 30 Ottobre 1769.
     
      Non misurate, veneratissimo mio signor Martorelli, la negligenza mia dalla data dell'ultima vostra obbligantissima lettera: questa è scritta il dì 27 di luglio, ma così per la molta aria che ci divide come per le varie peregrinazioni del benevolo portatore, non è pervenuta alle mie mani se non se nella seconda settimana del cadente ottobre. Mi ha questa colto affaccendatissimo, o per meglio dir rifinito sul terminar di un lungo lavoro poetico ultimamente impostomi dall'adorabile mia sovrana, la quale crede che le mie forze stiano tuttavia in equilibrio col zelo mio. Ma, oh Dio, di quanto s'inganna! Io sento pur troppo che l'età e la stanchezza mi van disarmando affatto di quella necessaria fiducia di me medesimo, della quale io non ho mai per mio tormento abbondato; m'avveggo che ne' limitati individui, come noi siamo, non si può pretendere infinita la facoltà d'inventare, ed esperimento che con l'assiduità dello scrivere io vo rendendo giornalmente a me stesso sempre più giusto e più grande l'importuno timore d'incontrarmi con me medesimo. Or considerandomi in tali circostanze, son certo che il mio discretissimo signor Martorelli non sarà così facile a condannarmi se, trovandomi talvolta oppresso dai doveri a' quali non credo di bastare intero, io non ardisco dividermi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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