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      So che vi parranno metafisici alcuni de' nostri riguardi: non vi parrebbero tali se foste presente. Le Corti non si conoscono da lontano, né la cognizione dell'una serve per chiave delle altre. Parte la posta, onde convien finire. Io son di nuovo il vostro.*
     
     
     
      1814
     
      AD AGOSTINO GERVASI - NAPOLI
     
      Vienna 5 Novembre 1769.
     
      Legittimamente impedito nell'esecuzione di comandi augustissimi, che dopo tante mie corse in Parnaso non mi aggravan meno di quello che mi onorano, non ho potuto rispondere prima alla gentilissima vostra lettera del 4 di settembre, che a me fu resa nella seconda settimana dello scorso ottobre. Vi ho ubbidito leggendo attentamente il fluido ed ingegnoso dramma di cotesto signor don Vito Severini e vi prego di rendergli grazie a nome mio della parzial cura che ha egli avuta di farmene parte, non meno che della gratuita favorevole propensione che dimostra per gli scritti miei. Io la conosco non poco eccessiva, ma non è mio vantaggio il disingannarlo. Non intendo come voi, che tanto mi conoscete, possiate dimandarmi osservazioni critiche. S'io non volessi arrogarmi un'autorità magistrale (che assai poco mi converrebbe) dovrebbero coteste osservazioni non esser già secche sentenze e decisioni, ma ragionamenti per illuminarsi a vicenda: che vuol dire forniti di regole, d'esempi, di combinazioni e di tutta quella merce scolastica che trasforma in dissertazioni le lettere familiari, Or chi mai ignora meno di voi ch'io non ho né ozio, né salute, né pazienza, né inclinazione per cotesta specie di traffico?


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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