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      In primo luogo vi dico ch'io non trovo motivo ragionevole al vostro timore di dispiacere a' semidei che celebrate, avendolo fatto con tanta decenza e rispetto. Quanto poi una simil cura possa essere utile allo scrittore ed allettare i lettori, è assai noto per lunga esperienza. A proposito del primo articolo, l'Ariosto non ci lascia ignorare quali ricompense ne abbia egli esatte dal suo cardinale Ippolito d'Este: e nel Furioso voi ben sapete che i monti della Luna "Di scoppiate cicale immagin'hanno - Versi che in lode de' signor si fanno". Se finalmente coteste litanie panegiriche, istoriche o genealogiche raccomandino il poeta ai lettori, voi lo vedete ne' più venerati archetipi della scuola poetica. Il catalogo delle navi col quale ha voluto adulare Omero tutti i popoli della Grecia, la grotta di Merlino e le armi istoriate di Rinaldo, con le quali Lodovico e Torquato han preteso di render immortale tutta l'estense prosapia, sono i passi de' loro divini poemi, che si leggono sbadigliando una volta sola in tutta la vita. Voi avrete avute le vostre ragioni per imitarli anche in questi: l'avete fatto con felicità, nobiltà ed ordine, ed avete l'esempio de' grandi antesignani che vi giustifica: ma quanto a me vi confesso che mi mancherebbe il coraggio per intraprendere un lavoro che rende inutile ad un povero cantore tutta la guardaroba di Parnaso.
      Vorrei più sereno l'animo vostro e più solida la vostra macchina. Io temo che pregiudichi a questa più la soverchiamente assidua applicazione, che l'aria poco analoga al temperamento.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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