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      Se mai ciò fosse, medice cura te ipsum. Rinnovate, quando vi cade in acconcio, la memoria del mio rispetto al degnissimo monsignor Riminaldi, e credetemi invariabilmente.
     
     
     
      1816
     
      A VINCENZO CAMILLO ALBERTI - BOLOGNA
     
      Vienna 6 Novembre 1769.
     
      Fui ier l'altro avvertito da questa dogana esser ivi un piego a me diretto contenente un libro, e, fattolo riscuotere, trovai il canzoniere del dottor Ghedini, ed una vostra lettera data il dì 28 del passato giugno. Non è facile indovinare dove possa essersi trattenuto quattro mesi e mezzo codesto piego: ma sempre vengono in tempo le vostre obbliganti attenzioni. Leggerò il libro quando ne avrò il tempo, che ora mi manca: avendone appena per rendervi grazie del dono. Ho letta la cantatina inclusa nella vostra lettera, ed ho argomentato che voi siete amico molto confidente delle Muse, dal vedere che non hanno repugnanza di venirvi a visitare a letto. Uscitene una volta almeno per non obbligarle ad una pratica che parer potrebbe scandalosa a' qualche invidioso. Io sono al solito.
     
     
     
      1817
     
      A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
     
      Vienna 13 Novembre 1769.
     
      Mi è pervenuta fedelmente, amatissimo signor Rovatti, la vostra bellissima, affettuosa, poetica e cortesemente risentita lettera in versi, con la quale dimandate in maniera obbligante ragione del mio lungo silenzio, e mandate per esattore de' vostri crediti l'imaginato timore della mia fredda ed ingiusta dimenticanza. Dopo essermi congratulato con esso voi di questo nuovo vostro leggiadrissimo componimento, che mi pare più giudizioso, ordinato e felice di quanti finora me ne avete mandati, vi dirò per risposta preliminare che non solo non ho cessato d'amarvi ma che vi amo, vi stimo e vi considero ogni giorno più, non solo per debito di contraccambio, ma perché sempre ho nuovi motivi d'essere innamorato del candido vostro illibato costume, de' non comuni talenti de' quali vi è stata prodiga la natura, e delle lodevoli (benché talvolta eccessive) applicazioni con le quali voi li avete tanto e così sollecitamente arricchiti; ma se per non farvi dubitare di questa verità esigete lunghe lettere ed esatta e scrupolosa corrispondenza nel commercio epistolare, voi dimandate che voli chi non ha ali per farlo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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