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      Avrebbe ben voluto la mia vanità trovar motivi per attribuirsi qualche porzione di lode, e mi ha indotto a cercar la copia di cotesta fortunata lettera da un giovane, che suol trascrivere alcune delle mie per esercizio di lingua italiana, della quale è studiosissimo; ma non si è trovata nel suo scartafaccio, né so se per entrarvi le sia mancato il tempo o l'approvazione dello scrittore. Avrei le medesime tentazioni per giustificare a mio vantaggio le cortesi accoglienze delle quali (secondo le vostre asserzioni) è stata così ricolmata la cantatina sull'armonica inglese; ma è più prudente consiglio il trascurar questo pericoloso ed inutile esame. Quando alfine giungessi a convincermi (come purtroppo avverrebbe) che cotesto mio picciolo lavoro è ben poco degno d'applausi, avrei sempre ragionevoli motivi per consolarmene, poiché l'avergli ottenuti senza meritarli sarebbe appunto una prova della numerosa schiera de' fautori ed amici che la mia buona sorte mi ha costì procurati; ed io sono molto più sensibile a così invidiabile acquisto che a quello de' più scelti allori del Parnaso.
      L'atto da voi disteso tra i fasti di cotesta Regia Università in occasione della visita imperiale mi è sommamente piaciuto; egli è minuto senza lunghezza, latino senza pedanteria, elegante senza ornamenti ambiziosi, e tale in somma quale dovea essere, cioè simplex munditiis, come la Pirra d'Orazio. Me ne congratulo con esso voi, come fa anche il degnissimo signor conte di Canale, che affettuosamente vi abbraccia, col quale l'abbiam letto e lodato insieme, ed al quale è rimasto fra le mani per intraprendere altri viaggi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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