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      Le sono gratissimo dell'obbligante sua cura nel farmene parte; e con la più sincera e riverente stima mi dico.
     
     
     
      1826
     
      A CARLO DI COLLOREDO - MANTOVA
     
      Vienna 21 Dicembre 1769.
     
      Non contenta l'Eccellenza Vostra d'avermi così distintamente onorato per mezzo d'un degnissimo commissario, ha voluto in ogni conto che le sue grazie confermate da un suo veneratissimo foglio mi pervenissero immediate dalla loro prima sorgente. Io sento tutto il valore d'una così parziale e benigna delicatezza, ma avvezzo già da tanti anni ad ammirarla in tutta l'illustre sua generosa Famiglia, ne sono assai meno sorpreso che consolato. Regolata e promossa cotesta nascente letteraria Adunanza da così umano, savio, zelante ed illuminato conduttore, farà senza fallo (se pure han qualche peso i vaticinii poetici) e rapidi e luminosi progressi: tanto che non dispero, a dispetto degli anni miei, d'esserne io medesimo spettatore. Nell'esquisito lavoro della cantata e del sonetto, di cui si è compiaciuta l'Eccellenza Vostra di farmi parte, si riconosce assai bene l'eccellenza dell'artefice, e nella dedica dell'ultimo la di lui a favor mio troppo efficace benevolenza. Ma non basta tutta l'imperiosa autorità di cotesta amabile seduttrice a giustificar l'abuso d'un incenso che a me convien così poco. Superbo delle tanto a me favorevoli disposizioni del suo bel cuore, gliene rendo le dovute umilissime grazie: la supplico a conservarle ed a credere in contraccambio a suo riguardo nel mio tutte quelle che possono esser d'accordo con l'infinito rispetto con cui sono.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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