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      Sia ella intanto certissima ch'io l'amo quanto la stimo, e la stimo quanto meritano i suoi rari e ben colti talenti, che rispetto ed onoro, recandomi a somma gloria l'essere e protestarmi.
     
     
     
      1858
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 16 Aprite 1770.
     
      Quasi così tardi come voi costì la mia, ho io qui ricevuta la vostra lettera del 31 dello scorso marzo: ma non mi sono al par di voi adombrato della tardanza, memore degli antichi non rari esempi, e testimonio delle stravaganze della stagione, che non favoriscono i viandanti. Queste giuste riflessioni debbono servirci scambievolmente di preservativo contro somiglianti irregolarità per l'avvenire. Ho letto con attenzione e piacere l'elegante, dotto, cristiano e savio trattatino De arte boni et aequi, che vi è piaciuto d'indirizzarmi. La materia n'è grande, vera e necessaria all'esistenza della società. È maneggiata con filosofica perspicacia, con doviziosa erudizione; e fate propugnatrici della vostra serenissima sentenza non meno la ragione che l'autorità. Mi congratulo con esso voi del tempo così utilmente impiegato: e mi piace che rimangano ai posteri così sicuri testimonii della vostra probità e della vostra dottrina. Dico ai posteri, perché quelli fra' quali viviamo son quasi tutti contaminati da massime contrarie alle nostre. Tutto è falso (secondo essi) quanto per seimila anni si è creduto indubitato: l'istinto comune ai bruti è il fonte purissimo della morale: la materia pensa, ed il giusto e l'onesto son fantasmi ridicoli prodotti da puerile pregiudizio: onde noi, essendone ripieni, siamo a loro oggetto di disprezzo e di compassione.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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