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      Ma nell'ultima in data del 9 del cadente osservo che voi per contentarmi correte rischio d'impiegare il vostro intiero erario in penne e temperatori, onde vi prego di metter freno alla vostra delicatezza, perché alfine, quando ancora qualche paragrafo delle vostre lettere fosse per me inesplicabile, il peso e la premura de' nostri affari soffrirebbe senza danno la dilazione di richiedervene e riceverne la spiegazione.
      Voi vi lagnate del sonno de' pubblici affari, ed il mio temperamento ipocondriaco mi fa pregar Dio che non si déstino. Lasciateli dormire, caro fratello. Chi vi dice che sarà migliore la vigilia? Ne disponga chi ci ha regolato fin'ora, che non è soggetto agli errori de' nostri desideri. Addio. V'abbraccio e sono il vostro.
     
     
     
      1879
     
      A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
     
      Vienna 26 Giugno 1770.
     
      Tutto mi ha sorpreso, gentilissima signora contessa, nell'ultima vostra lettera, incominciando dalla data della medesima. In mezzo all'oscurità del misterioso vostro silenzio ho chiaramente capito che la sorgente di tutti i disastri e delle imaginate infermità che vi opprimono è quella medesima antica ipocondria ch'io credeva da voi già da lungo tempo superata, e trovo con mio stupore smisuratamente accresciuta. Quando l'infermo è giunto al deplorabil segno di conoscere il suo male e di compiacersene e di non volerne guarire, qual medico, qual droga o qual consiglio può mai esser atto ad assisterlo? Che voi siate in questo compassionevole stato è troppo visibile, mia riverita signora contessa.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Dio Giugno