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      Io non ho avuta fin'ora che per pochi momenti l'invidiabil sorte di parlar seco, e ne son rimasto intieramente occupato. Oh quanto pagarem caro questo contento quando giungerà il tempo di render un così prezioso deposito!
      La mia salute, riverito signor Damiani, è migliore assai di quello che ormai dovrebb'essere: non manca de' suoi malannetti, ma questi son discreti fin che stanno in equilibrio con la pazienza. Godo ora un poco di riposo, non converso con quelle cicale delle Muse, e non le ammetto ne' miei trattenimenti letterari, tremando che non mi strascinin di nuovo fra gli spinosi gineprai del Parnaso, che ho, per mia e per disgrazia degli altri, troppo lungamente frequentato. Ma sono e sarò sempre con la medesima rispettosa tenerezza.
     
     
     
      1883
     
      A GIOVACCHINO CAMBIAGI - FIRENZE
     
      Vienna 12 Luglio 1770.
     
      La vastissima idea della voluminosa poetica collezione da V. S. illustrissima a vantaggio del pubblico lodevolmente immaginata, è una prova incontrastabile del benefico suo coraggio, e me ne congratulo con esso lei: quella di avermi destinato un luogo fra gli antichi venerati luminari del nostro Parnaso è una convincente dimostrazione dell'affettuosa, gratuita ed eccessiva parzialità con la quale ella mi riguarda; e me ne congratulo con me stesso. Anzi, in virtù di questa, avvalorata dalle istanti mie suppliche, spero che con più maturo consiglio ella porrà qualche limite ai trascorsi dell'amor suo, e non vorrà, per troppo onorarmi, ch'io soffra la taccia d'usurpatore. Sento in me assai bene io medesimo la mancanza di quel valore che sarebbe necessario per far degnamente numero fra cotanto senno; se ne avvederanno i moltissimi che non mi guardano con gli occhi suoi: né mancherà chi supponga che questa tanto a me superior graduazione sia stata da me stesso temerariamente procurata ed ambita.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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