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      In questa che si rappresenta, a dispetto della pratica drammatica di oggimai cinquant'anni, io non saprei inventare una catastrofe felice, che non fosse inverosimile. Pure il nostro precettor stagirita asserisce fra' suoi canoni poetici esser verisimile che succedano di tempo in tempo deg1'inverisimili. Voglia il Cielo che il nostro caso sia uno di quelli: ma intanto è condizione ben deplorabile il vedersi ridotto a pescar speranze nella poetica d'Aristotile. Qui (affinché tutto il sistema delle cose correnti sibi constet) al 6 d'agosto siamo fra le perpetue piogge, i venti freddi, e le continue minacce de' temporali, onde spero che senza intervallo si unirà il vecch'io col nuovo inverno. Addio. I soliti comunicabili abbracci, e sono.
     
     
     
      1888
     
      AD ANGELO FABRONI - ROMA
     
      Vienna 6 Agosto 1770.
     
      È un solito tratto dell'innata gentilezza di V. S. illustrissima e reverendissima l'ufficiosa obbligantissima cura di non lasciarmi ignorare le deliziose sue invidiabili peregrinazioni. Mi figuro quanto dovrà ella compiacersi, e fra le meritate accoglienze della tanto grande quanto agitata mia Patria, e fra gli allettamenti della parzialmente favorita dal Cielo mia diletta Partenope, il di cui solo nome mi risveglia le dolci reminiscenze della primavera degli anni miei, ivi in gran parte felicemente passata. Oh quanto mai volentieri io diventerei suo compagno! Ma il dovere di tutte, e particolarmente dell'età mia, è il sapere esser arbitro de' propri desiderii: onde non è sano il trattenersi lungamente fra queste immagini seduttrici, che in vece d'impor loro il freno, troppo violentemente gl'irritano.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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