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      Mi dispiace anche più che non abbiate trovati nella mia lettera materiali da ringraziamenti: non già perch'io sia molto sollecito d'esigerli, ma perché desidero sommamente di meritarli, e particolarmente dagli amici. Ma quale opportunità me ne avete voi somministrata? La vostra "insinuazione" (come voi stesso la chiamate) non fu "richiesta", ed era chiaramente diretta al mio, non al vostro vantaggio. Vantaggio che voi stesso, spiegandovi, asserite che avrei trovato "nel poter cogliere l'occasione di grattar l'amor proprio de' grandi, e procurarne di rimbalzo qualche gloria a me stesso". Ah, caro mio abate, coteste molle son divenute ormai rugginose ed hanno per me già perduta tutta la loro elasticità. All'età mia si van con tutto il resto estinguendo le fermentazioni delle speranze e de' timori: non si guardan più gli oggetti con gli occhiali dell'opinione che gl'ingrandisce: s'incomincia a scoprir la misera loro natural piccolezza, né si corre più dietro alle maschere. Ma quando avessi voluto ancora approfittarmi del vostro consiglio, come prudentemente farlo? Ricevendolo sei mesi dopo che da voi mi fu inviato? Quando io sapeva l'assenza vostra dal luogo dove la vostra presenza era necessaria al disegno? E se io non potea far maggior fondamento sul vostro ritorno colà di quello ch'io possa far tuttavia sulle altre vostre necessariamente incerte direzioni, sempre accompagnate da un se, da un forse, da un potrebbe essere, da un quandoché o da qualche altra somigliante particella condizionale o sospensiva?


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264