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      Eccovela per un rimedio almeno palliativo. Sinere vadere mundum quomodo vadit, bene dicere de Patre priore, et facere officium suum taliter qualiter. Lo stile di questi tre canoni sente veramente il refettorio: ma, saviamente spiegati e messi in pratica nella nostra vita civile, riescono di profitto infinitamente maggiore di quello che si ritrae dalle massime magistrali, ornate di tutte le più scelte eleganze rettoriche da Seneca e da Epitteto. Io poi nella esperienza della mia non breve vita ho dovuto convincermi del poco fondamento che può farsi sopra i più esatti raziocinii della prudenza umana per far prognostici. Ragionando con le più rigorose leggi della Logica rarissime volte (e potrei quasi dir nessuna) ho veduti riuscire gli eventi da me preveduti. E non me ne arrossisco, perché una sola circostanza ignorata (e tutte non è possibile di saperle) rende falsi i principii sopra i quali fondiamo i nostri argomenti: e le conseguenze non possono esser vere. Giacché conosco questo difetto non già mio ma di tutta l'umanità, io lo soffro senza vergognarmene, perché è comune, ma non mi fido de' miei prognostici se son felici, e non me ne affliggo se son funesti. Regolo le mie azioni su quelle norme generali che ci prescrive la nostra corta prudenza quanto basta per evitare i giusti rimorsi; e poi mi abbandono in braccio alla Providenza senza investigarne i misteri.
      * Abbracciate teneramente e divotamente riverite per parte mia il nostro degnissimo patriarca: congratulatevi seco della fiorita posterità che si vede crescer d'intorno, ed augurategli, giacché ne ha tutte le altre, anche la circostanza della prolissa vita de' suoi antichissimi predecessori.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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