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      Uno della schiera seguace si avventurò a dirgli che per altro gli argomenti addotti dal signor Lazzarelli erano di molto peso; del che irritato l'Arrighini, che si trovava nella maggior effervescenza della sua bile, esclamò ad alta voce: Il signor Lazzarelli è un c... Il Lazzarelli, che scendea la medesima scala poco lontano da lui, sentì colle proprie orecchie il suo pubblico elogio; e, non reputando convenevoli ad un togato le vendette per le vie di fatto, sorrise, e subito giunto nella sua casa scrisse un sonetto, in cui onorandolo del nome di don Ciccio in bellissimi versi diede al suo benefattore la decorazione che n'avea ricevuta in cattiva prosa. Don Ciccio, persuaso del proprio valore, rispose, ma da suo pari; ed il Lazzarelli replicò con applauso universale. Durò qualche tempo questa tresca, e avrebbe durato ancor di più se gli amici dell'Arrighini non l'avessero persuaso a tacere, conoscendo lo svantaggio dell'Arrighini in questa lotta ineguale: ma tacque troppo tardi per far tacere il Lazzarelli, che, assuefatto agli applausi che generalmente riscuoteva, non cessò di conservarseli in tutto il resto della sua vita. Eccovi un'altra tradizione: un vecchissimo canonico Grazini soleva dirmi nella mia prima adolescenza che i sonetti della Cicceide, quali paiono scritti con una così grande felicità, costavano moltissimo lavoro all'autore, e che alcuni di essi sono stati oltre due mesi sul torno prima ch'egli gli abbia reputati degni di pubblicarsi. Avvertite che non è vero quel che asserisce il Bayle, che in Roma il nome di Francesco si raccorci in Cecco.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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