Pagina (636/1264)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io son nemico di far giudizi temerari: ma l'apparenza è che voi siate in cattive mani. Avete ottimamente fatto rigettando il partito proposto: se non vi gioverà per venir a capo dell'affare, almeno chi vuole così grossolanamente ingannarvi non potrà insuperbire della sottigliezza del suo bell'ingegno: e voi non avrete la vergogna di passar per un'oca. Addio: comunicate i soliti abbracci con la sorella e credetemi sempre.
     
     
     
      1988
     
      A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
     
      Vienna 30 Gennaio 1772.
     
      Qualunque fosse stato il mio Ruggiero, io non avrei mai potuto dubitar della sua fortuna appresso di voi, mio caro e venerato padre maestro. So quale invidiabile luogo voi mi concedete nel vostro bel cuore, e so che contro le affettuose propensioni di questo non avrebbero mai prese le armi il fino vostro discernimento e la vostra profonda dottrina: e se le troppo parziali lodi di cui mi onorate fanno scarsa prova del merito mio, la fanno pienissima dell'amor vostro, del quale io sono assai più geloso. E lo sono in tal guisa che ne vado rilevando tutti quei sintomi che possono indicarmelo. Fin nel meccanico impiego che vi siete spontaneamente addossato di trascriver di propria mano tutto il lungo paragrafo che mi concerne nella lettera del nostro signor conte Piccolomini, giurerei che la compiacenza di riandar così le approvazioni riscosse dal vostro amico, ve ne abbia raddolcita la noia. Or pensate quanto debba amarvi ed esservi grato chi vi conosce a tal segno.
      Anche il degnissimo signor conte Piccolomini nell'eloquente sua lettera veggo che mi descrive quale l'amor suo vorrebbe ch'io fossi, ed io sono superbo delle sorgenti dell'amorevole suo desiderio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Gennaio Ruggiero Piccolomini Piccolomini