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      Questa scrittura che vi acchiudo non è necessario che sia veduta da mio fratello, per non fargli nascere in testa nuovi grilli.
      Il vostro carattere è molto intelliggibile, onde fa bene mia sorella di servirsi di voi: ma di quando in quando ho piacere di vedere nelle vostre lettere o la sua sottoscrizione o qualche riga di sua mano per mia maggior quiete. Addio, caro Buzzano: procurate col vostro giudizio a mantener la pace della casa, e credetemi il vostro.
     
     
     
      1996
     
      A GIOACHINO PIZZI - ROMA
     
      Vienna 27 Febbraio 1772.
     
      È un amabile pegno della costante vostra amicizia, mio caro signor abate Pizzi, l'obbligante cura di farmi parte de' più recenti eletti frutti del vostro felice ingegno. Ne' cinque dotti e vivaci componimenti che mi avete cortesemente inviati, ed i quali (avidamente leggendoli) ho contratta maggiore avidità di rileggere, ho subito riconosciuto la già bene a me nota armonia della vostra lira, l'arte maestra con cui sapete mirabilmente modificarne il suono a seconda de' diversi oggetti a' quali vi piace impiegarla, e soprattutto l'invidiabile fecondità d'una inventrice fantasia, per la quale fra le vostre mani qualunque più avido e smunto soggetto diventa florido ed abbondante. Né saprei dirvi abbastanza a qual segno mi son compiaciuto in cotesti nuovi argomenti del vostro distinto merito: del quale (in virtù dell'affetto e della riconoscenza che a voi mi stringe) parmi quasi d'essere a parte. Sento benissimo l'eccesso delle espressioni con le quali nell'obbligante vostra lettera mi esaltate: ma in vece d'arrossirne, mi consolo delle vostre traveggole, perché le considero analoghe a quelle degli amanti per le loro dilette, e perché l'esser da voi a questo segno riamato mi raddolcisce i rimorsi di qualunque usurpazione.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Buzzano Febbraio Pizzi