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      Benché mi costi qualche incomodo lo scrivere, non voglio lasciarvi però più lungamente senza risposta. Vi dirò dunque, mio caro signor Rovatti, che la lettura della vostra lettera in versi mi ha cagionati due sentimenti opposti di compiacenza e di dolore. Di compiacenza perché vi ho trovato una ricchezza d'espressioni, di pensieri e di fantasie poetiche che mi fanno vedere l'estensione de' vostri talenti e della vostra dottrina: ma di dolore perché non avendo incontrata né pure un'idea che non sia nera, tragica ed all'estremo punto funesta, son pur troppo convinto dell'eccesso del vostro sommamente ipocondrico temperamento, che se non vi armate eroicamente a correggerlo vi renderà lagrimevolmente infelice. Ah, mio caro signor Rovatti, pensateci seriamente. Se non si può sveller dalle radici, si può (credetemi) moderare. Io vi parlo per esperienza. A dispetto della repugnanza che certamente vi sentirete a farlo, gettatevi nel commercio degli uomini, agitate ma senza eccessi la macchina, occupatevi in distrazioni ridenti, fuggite gli altri ipocondriaci ed ogni specie di medicina, e mettete a profitto ogni picciolo guadagno che andrete certamente facendo. Addio, caro amico, io non posso dilungarmi, onde mi restringo a confermarmi col più sincero dell'animo.
     
     
     
      2003
     
      A DOMENICO CAIAFA - PRESBURGO PER KAZKEWE
     
      Vienna 31 Marzo 1772.
     
      Sente V. S. illustrissima troppo vantaggiosamente di me e troppo all'incontro modestamente di se medesima: onde per trovare il vero convien ch'ella scemi gli eccessi dell'uno e dell'altro giudizio.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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