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      Di tutte le opere vernaculae del mio benefico insigne maestro (ciò è delle inedite) che voi mi nominate, io non ho veduto o sentito nominar mai altro (almeno per quanto io posso sovvenirmi) che alcune ecloghe in versi italiani scritte da lui nella prima sua gioventù e che non ha mai voluto che si pubblicassero. Né so che mai possiate aver voi ch'io non abbia. Il mio reumatismo non m'impedisce più alcun ufficio della vita civile ma non lascia di tratto in tratto di avvertirmi discretamente ch'ei non mi ha ancora totalmente abbandonato. Addio. Vi abbraccio con la compagna, prego ad entrambi tutte le benedizioni celesti e sono.
     
     
     
      2010
     
      A CARLO BUZZANO - ROMA
     
      Vienna 23 Aprile 1772.
     
      Dal vostro minuto ragguaglio del pericoloso stato di salute nel quale al partir della vostra lettera del 10 del corrente si trovava la povera mia sorella Barbara potete imaginarvi, mio caro Buzzano, quali siano le mie inquietudini e le mie impazienze dell'arrivo delle lettere che desidero e temo. Non ardisco imaginarmi il funesto caso di perderla senza orrore per lei medesima in primo luogo, e poi per il povero mio fratello che ha tanto bisogno di lei. Confido nella misericordia divina che non vorrà punire i miei peccati con questa dolorosa desolazione. La raccomando alla vostra fedeltà ed alla vicendevole carità che ci obbliga tutti ad assisterci cristianamente l'un l'altro. Già voi sapete che in questi casi straordinari il signor marchese Belloni è d'intelligenza con me di somministrare al mio fratello ed alla mia sorella quello che può loro occorrere.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Barbara Buzzano Belloni