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      S'io intraprendessi di darle conto di tutti quelli che qui di V. S. illustrissima e reverendissima si rammentano, la mia lettera degenerarebbe in dizionario. Quelli che fin'ora ho veduti dopo l'arrivo del suo obbligantissimo foglio, e da' quali ho ricevuto l'ordine di renderle il contraccambio delle sue gentili espressioni, sono: monsignor Perlas, la contessa Figuerola, i coniugi della Puebla e le persone che ora compongono la casa Collalto, delle quali è scemato il numero con la perdita irreparabile del giovane conte, il quale, già vincitore della lunga e mortale infermità da cui non era ancora affatto risorto quando ella ci abbandonò, ha dovuto nello scorso mese cedere all'assalto improvviso d'un pestifero vaiuolo che l'ha irremissibilmente inviato all'eternità. Si figuri V. S. illustrissima e reverendissima la desolazione dell'afflitta tenerissima madre e di tutta questa illustre famiglia, ridotta a non poter fondar le speranze di evitar la sua minacciata estinzione che sul maritaggio che si medita di una delle sorelle del defunto col conte Francesco Collalto di lui zio: cavaliere non ancor vecchio per gli anni, ma già decrepito per le infelici circostanze di sua salute. Non chiami, monsignor riveritissimo, cotesto suo soggiorno "un pozzo miserabile": io so quanto è delizioso e ridente: e quando nol fosse, so che i savi suoi pari non cercano la tranquillità che in se stessi, convinti che non è sperabile altrove.
      Vedendo il suo adorabile pupillo gli dirò, anzi gli farò leggere tutte le sollecitudini e le tentazioni del tutore e le pericolose tempeste fra le quali è stato da lui lasciato.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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