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      Il compatimento che esigo da un amico suo pari è la misura del sollievo di cui mi sento fin ora capace, e gliene sono gratissimo. L'avrei provato maggiore se avessi potuto esser presente alla solenne esecuzione del suo salmo: della quale argomento quale sarebbe stato l'effetto da quello che ho risentito nella eloquente relazione che si è compiaciuta di farmene. Gliene rendo le dovute infinite grazie, e me ne congratulo non men che con esso lei con me stesso, avvezzo a contar fra le mie felici vicende tutte quelle che possono conferire a mettere in vista l'infinito suo merito.
      I grandi capitali de' quali si trova fornita la nostra "Ersilia", e per natura e per arte, la distingueranno sempre fra tutta la canora ampia famiglia: mi consolo che abbia voluto così magistralmente impiegarli in cotesto mio dramma: oltre gli stimoli del proprio onore, mi giova lusingarmi che l'abbia animata anche qualche premura di quello dell'autore: la persuada a lasciarmelo credere, la ringrazi e la riverisca a mio nome. Un tenero abbraccio al mio caro "Romolo", del quale sento da tutte le parti i gloriosi progressi, e glieli auguro sempre maggiori.
      Attendo con impazienza i suoi doni, e fo voti alla Fortuna affinché non opponga loro i soliti inciampi in cammino. Assicuri, la supplico, del mio rispetto cotesto degnissimo ministro imperiale, del quale tutti qui (ed io specialmente) invidiamo ora la presenza alla bella Partenope. I soliti miei umilissimi omaggi all'adorabile signora principessa di Belmonte e signor principe suo figliuolo: continui a riamarmi, e mi creda.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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