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      È degnissimo di cotesto illuminato principe il prudente pensiero di onorarvi d'una graduazione che vi obblighi all'impiego di cotesta vostra mirabile abilità ed inclinazione, ed è giustissima la condizione che voi esigete per accettarla, poiché voi siete generoso abbastanza quando sagrificate gratuitamente la letteraria opera vostra al genio del sovrano: né crederò mai ch'egli sia per soffrire che la vostra ubbidienza abbia a riuscirvi dispendiosa. Mi compiaccio moltissimo che vi siate compiaciuto nella lettura del libro distruttore delle assurde asserzioni degli empi moderni filosofanti, che abbattono alla cieca i più sacri edifici senza saperne innalzar de' nuovi, che onorano la materia insensibile non solo della qualità di pensante ma della graduazione divina, e che si vantano di fabbricar la felicità degli uomini degradandoli alla condizione de' bruti. Basta così: non perdete più tempo, caro amico, intorno a' deliri di costoro: non vi lasciate imbarazzare il capo fra questi sogni d'infermi, ma continuate ad occuparvi nelle vostre fisiche inchieste, che vi producono cognizioni certe e reali. Addio, amatissimo signor Rovatti. Mi tratterrei più lungamente con esso voi, ma i nervi della mia testa protestano contro ogni picciola fissazione. Ma se non mi lasciano il piacere di scrivervi lungamente, non mi defrauderanno mai di quello di amarvi teneramente, di stimarvi quanto meritate, e d'essere invariabilmente.
     
     
     
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      A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
     
      Vienna 18 Dicembre 1773.
     
      Gli enormi stiramenti de' nervi, particolarmente della testa, e l'altre mie affezioni ipocondriache, che in questo fondo dell'anno insoffribilmente imperversano e mi defraudano d'ogni attività a qualunque benché leggiera applicazione, non hanno potuto moderare la mia avidità di legger subito la filosofica sua dottissima dissertazione sulla musica: e ne ho ritratto un ardente desiderio di leggerla di bel nuovo, che appagherò più volte, quando mi costerà sforzo meno eroico l'appagarlo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Rovatti Dicembre