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      Cotesta melodia si forma (come a V. S. illustrissima è noto) principalmente dal ritmo o sia numero, del quale i metri son parti; e non sono cotesti ritmi se non se le varie, arbitrarie e, per così dire, periodiche combinazioni de' metri che inventa più o meno felicemente, a misura de' suoi talenti, il compositor della musica, e donde nasce l'infinita allettatrice diversità dell'una dall'altr'aria, dell'uno dall'altro motivo, soggetto, idea, pensiero o comunque voglia chiamarsi. Ed è visibile l'infinito comodo che esperimenterà ora uno scrittor di musica nel mettere sulle note i rinnovati salmi, ritrovando nella ritmica poesia de' medesimi le combinazioni de' metri ch'egli avrebbe dovuto inventare, e basterà ora che le secondi. Me ne congratulo con esso lei e me ne compiaccio in me medesimo, ritrovandomi così senza concerto sempre seco d'accordo.
      Non posso perdonarle quel nome di cicalata ch'ella applica ingiustamente all'eloquente, erudito ed ultimo suo lavoro. Una tale ingiustizia esige riparazione, e della specie di quella di Longino che, essendo trascorso a trattar da sogni gli avvenimenti dell'Odissea d'Omero, soggiunse subito quasi pentito che son per altro sogni di Giove. S'io fossi propenso a malignare direi piuttosto che l'occasione non meritava tanta sua cura, ma tutte le meritano assai quando v'è chi sa e può, come V. S. illustrissima, volgerle in motivi d'istruzione per gli altri ed in aumento di gloria per se medesimo. Tutte le sue lettere che ho trovate negl'impressi fogli mandatimi sono degnissime dello scrittore: ma specialmente l'elegante, riverente e decorosa insieme epistola latina indirizzata al gran Servo de' Servi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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