Nel non breve corso della mia vita ho quasi sempre veduta in discordia la fortuna col merito. Felici quelli a' quali la Provvidenza ha conceduto facoltà di correggere in parte questa ingiustizia assistendo i suoi simili che né son degni. Io, mio caro signor Morano, non son fra quelli. Tutto è commercio, e chi non può far sperare o temer nulla (come son io) non può promettersi da' potenti che parole, non già assistenza vigorosa e sincera. Ne ho mille dolorose prove che mi hanno trasformato a mio dispetto in venditor di fumo. Serva il mio candore di qualche scusa all'insufficienza mia; e mi creda intanto.
     
     
     
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      A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
     
      Vienna 7 Marzo 1774.
     
      In somma non convien mai disperare. Quando io credea che la cassetta de' libri da V. S. illustrissima, da tanti mesi indirizzatami, non fosse più da trovarsi, l'ingiunta lettera d'avviso d'uno spedizioniere di Trieste mi avverte che tutto ciò che in essa si conteneva era da lungo tempo in Vienna in potere del "droghiere Natrop". Ho fatto ricercar costui, si è trovato: ed egli ha consegnato al mio commissario il libro del signor consigliere Patrizio, il salmo in musica del signor Cafaro, e sei volumi, cioè i tre primi replicati della ristampa in 8° de' suoi Libri poetici della Bibbia: e tutto ciò non solo senza cassetta, ma senza inviluppo di sorta alcuna né indirizzo che potesse servir di regola al droghiere per cercare a chi tal merce appartenesse. A me importa poco l'investigare il reo d'un tal disordine: onde, secondando la mia impazienza, passo subito a darle conto dell'effetto che ha già fatto in me il prezioso suo dono, benché summis, ut dicitur, labris degustatum.