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      A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
     
      Vienna 1 Agosto 1774.
     
      Non crediate, amatissimo mio signor Rovatti, che il vostro lungo silenzio abbia potuto intiepidire in minima parte il tenero amor mio per voi, né la fiducia del vostro per me: voi mi siete sempre stato presente e mille volte ho asserito a me stesso che l'astenervi dallo scrivermi era un delicato riguardo della amichevole discretezza vostra, che vi defraudava d'un piacere per non caricar d'un reciproco debito la mia ormai troppo limitata facoltà per un continuato commercio di lettere. Questa ultima vostra mi ha sommamente, anche oltre il solito, consolato con l'inaspettata notizia della metamorfosi della vostra salute, che di debole e sempre vacillante mi assicurate esser divenuta valida e robusta: cambiamento che sempre è stato l'oggetto de' miei voti, ma non già delle mie speranze. Conservatela, mio caro amico, e per voi stesso e per quelli che vi amano, e per l'onore che siete in istato di fare alla nostra Italia con le vostre letterarie scoperte alle quali pare che la natura vi abbia visibilmente destinato. Rimanete in questa nobile camera, e non vi deviate in trattati di morale o d'altro di questa specie, dove il nostro raziocinio, per esatto ch'egli sia, è sempre esposto alle seduzioni di qualche luminoso paralogismo funesto agli altri ed a noi medesimi, come ne abbiamo numerosi e lagrimevoli esempi.
      Vi auguro felice e lieto il soggiorno nell'amena vostra campagna e desidero che fra l'abbondanza de' vostri numerosi insetti, e le vostre cure di spiarne tutti gli andamenti, troverete di quando in quando il momento di pensare ancora al costantissimo vostro servitore ed amico.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Agosto Rovatti Italia