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      Le sono gratissimo del conto che mi dà di sua preziosa salute, che secondando i miei voti vorrei che corrispondesse in robustezza alle rare, amabili e stimabili qualità che l'adornano. La mia è tuttora migliore di quello che mi è permesso pretendere: sento purtroppo alcuni incomodi abituali, ma a forza di vivere ho perduto il diritto di lagnarmene.
      L'editore di Parigi fece, come parmi d'averle già scritto, una ristampa degli scritti miei già pubblicati, in 6 volumi in picciola forma che chiamano in 12°, da portarsi comodamente in saccoccia: e mandandomene un esemplare l'accompagnò con un altro d'una magnifica edizione della Gerusalemme liberata, veramente insigne per carta, per i caratteri e per la copia degli eccellenti rami che sontuosamente l'adornano, e soggiunse che, a gara di questa, era egli pronto a dare un'edizione di tutte le opere mie quando io avessi voluto assisterlo comunicandogli quanto d'inedito da me scritto si trovasse ancora appresso di me. Tentato dalla debolezza paterna di vedere splendidamente vestiti i miei figliuoli, io credei possibile la dispendiosissima spesa, tanto più ch'egli asseriva aver già buon numero di cavalieri inglesi e francesi che concorrevano ad associarsi. Ma mentre io andava preparando alla spedizione il mio Estratto della Poetica d'Aristotele, la versione di quella di Orazio con le necessarie note, un dramma fin'ora incognito, e varie altre mie fanfaluche poetiche, scopersi fortunatamente per indizii indubitati che lo scaltro editore volea, con quest'esca, tormi sollecitamente di mano quanto si conserva ancora d'inedito nel mio scrigno, per continuare immediatamente la picciola sua già pubblicata ristampa e promuoverne lo spaccio con la nuova merce di cui l'avrebbe impinguata, rimettendo così alle calende greche la magnifica offerta edizione.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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