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      Mancando il fomite alla mia vanità, ha ripreso in me i suoi diritti la mia naturale repugnanza, che mi convien superare quando son costretto a presentarmi al pubblico con qualche mia nuova produzione, ed ho rotto ogni commercio col poco sincero editore.
      Non abbandoni, caro signor Damiani, il commercio delle Muse: esse sono state sempre sue amiche, son docili fra le sue mani, e sapranno per lei adattarsi a qualunque più severo dovere, e coopereranno a conservarla come io ardentemente desidero. Continui a riamarmi e mi creda sempre con tenerezza eguale al rispetto.
     
     
     
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      A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
     
      Vienna 17 Ottobre 1774.
     
      Ier l'altro sabato 15 del corrente dal signor marchese della Sambuca mi fu mandato in casa un plico col desiderato salmo del gran Jommelli, di cara ed onorata per me, ma ben dolorosa memoria. L'ha subito avidamente collocato nel suo gravicembalo l'impaziente signora Martines ed attentamente cantato, interrompendo di tratto con le sue esclamazioni di meraviglia, e con le ripetizioni di molti passi che la scotevano, il corso del proprio canto. Non abbiamo ritrovato in esso tutta la sua naturale, varia ed allettatrice abbondanza di sempre nuovi motivi ed idee; ma crediamo che in questo suo insigne lavoro ei l'abbia a bello studio raffrenata, come poco analoga alla situazione dell'animo del contrito ed umiliato salmista: e si conosce visibilmente che egli si è studiato di supplirne la mancanza con le pellegrine eleganti sue circolazioni, e col magistrale armonioso concerto delle parti, che non lasciano desiderare altro ornamento e che palesano l'eccellenza dell'inimitabil scrittore.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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