Pagina (830/1264)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma pure, perch'io l'amo veracemente e la stimo, crederei di tradirla se le tacessi il mio dubbio, che ardirò di comunicarle perché non è punto relativo all'arte poetica ma solo a qualche, a parer mio, riguardo politico da considerarsi. Benché ella (forse già conoscendo il pericolo) abbia aggiunto al titolo del Ratto di Proserpina l'addiettivo di ricompensato, che non può così a prima vista esser compreso, è molto naturale che chi legge supponga che secondo il solito i personaggi da lei introdotti sieno allusivi a quei sovrani per i quali il componimento è scritto: tanto più che le circostanze di madre, di figlia, di sposo, e della regione in cui si suppone succeduta l'azione della favola, concorrono efficacemente per tutta la prima parte (ch'è la più lunga) ad ingannare i lettori: ella vede che tale allusione sarebbe ben poco plausibile. Si distrugge, è verissimo, nella seconda parte questo falso supposto: ma la prima impressione è violenta, e non tutti quelli che conosceranno d'essersi ingannati avranno la sincerità di disingannar gli altri. Il mondo abbonda di maligni, e particolarmente, per nostra vergogna, il Parnaso: e basta a questi ogni minimo pretesto per mettere in esercizio il malefico loro carattere. Io sono per natura, in tali affari, forse troppo timido e scrupoloso, ma con tutto ciò non ho potuto evitare di urtare più d'una volta innocentemente in qualche pericolosissimo scoglio.
      Faccia Vostra Paternità illustrissima l'uso che stima opportuno de' dubbi miei, sottoponendoli all'esame della sua prudenza: e mi creda con la più sincera, affettuosa e divota stima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Ratto Proserpina Parnaso Vostra Paternità