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      Ella ha saputo trovare nella dotta, filosofica ed insieme poetica esposizione de' principii e de' legami dell'umana società ampia, curiosa, dilettevole e varia materia, che evita gli svantaggi del genere in cui è obbligata a scrivere, somministra occasioni alla luminosa eloquenza e scuopre le ricche merci delle quali è di già la sua mente fornita. Me ne congratulo sinceramente con esso lei: e, per convincerla dell'attenzione con la quale ho letto il suo componimento, eccole i miei pareri, che per gentilezza mi dimanda e de' quali non ha punto bisogno.
      Num. 1. in questo giorno.
      Num. 2. I nostri autorevoli antichi poeti non hanno mai dato alla parola Dei l'articolo i, ma sempre gli. Fra i moderni per altro, anche illustri, se ne trova l'esempio. S'ella vuole evitar la critica di qualche pedante, può farlo facilmente, dicendo in vece di a tutti i Dei anche agli Dei, oppure a' sommi Dei, o come meglio le piacerà.
      Num. 3. Quell'ond'io gli avvisai.
      Num. 4. Quest'aria di Pallade parmi più favorevole alla musica dell'altra, benché anch'essa bellissima.
      Num. 5. Entrambe quest'arie sono armoniose e felici: ma se si vuole scegliere la seconda, sarebbe ben fatto di togliere nel penultimo verso della seconda parte di essa quel concorso di tre vocali io il, che obbligano ad un iato, incomodo alla pronunzia ed ingrato all'orecchio.
      Num. 6. La concordia e l'amor: però che mentre.
      Il robusto ecc.
      Num. 7. Per la stessa ragione di evitar l'iato di sopra accennato, può dirsi: vorrei spiegare i moti ecc. come da bel principio avea scritto.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Pallade