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      Sento quali espressioni sarebbero da me dovute alle sue: ma a me non è concessa né la vera a ciò necessaria eloquenza né quella almeno ben confacevole agli anni miei loquacità senile che, sorella, benché spuria, dell'altra, pur ne sostien talvolta in qualche modo le veci. Sicché perdoni, anzi più tosto compatisca il mio involontario laconismo: ne riempia il difetto immaginando i miei sentimenti quali debbono essere a riguardo d'una persona del distinto suo merito: gradisca l'equivalente de' complimenti che si è compiaciuta commettermi, e non cessi mai di credermi con la più rispettosa gratitudine.
     
      P. S. I due sonetti trasmessi sono eccellenti: pieni di vivace poesia e di ottimo giudizio. Se ne congratuli, la prego, in mio nome col valoroso incognito autore.
     
     
     
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      AD ANTONIO GREPPI - MILANO
     
      Vienna 12 Febbraio 1776.
     
      Non cederei il primato nell'arte di persuadere né a Demostene né a Marco Tullio, se la mia eguagliasse la muta eloquenza della saporitissima sua messaggiera giorgina, che a dispetto degli orridi ed insoliti ghiacci che l'hanno perseguitata nel suo lungo tragitto ha saputo conservarmi illese tutte le sue perfezioni. Questa e subito e realmente mi convince della costante, affettuosa parzialità di V. S. illustrissima, ed io all'incontro in tutti i miei rettorici zibaldoni non so ritrovare espressione che spieghi in parte il tenero interno contraccambio che gliene rendo. Ne riconosca almeno qualche indizio ne' semplici ma cordiali e sinceri auguri co' quali corrispondo a' suoi nell'incominciar dell'anno, e nella verace confessione degli obblighi miei.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Febbraio Demostene Marco Tullio