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      Ma voi avete stuzzicato il vespaio, onde io mi trovo intorno non minor folla di rimembranze che vorrebbero essere a voi comunicate, di quella delle cure letterarie e forensi che vi avranno costì assaltato dopo il vostro ritorno: onde io, per non usurpare il luogo a queste molto più utili e necessarie, vi prego in fretta di assicurar del mio grato rispetto i degnissimi monsignor Paci, signor capo di Rota Patrizi, che mi onorano della loro memoria; mi congratulo di nuovo con esso voi: teneramente vi abbraccio, e vi lascio in pace.
     
     
     
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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 13 Aprile 1776.
     
      Con una nuova sua obbligantissima lettera del 23 dello scorso marzo ho ricevuto l'Ode sulla Luce, splendida qual si conviene al soggetto. Vi sono lampi stupendi, che sorprendono ed illuminano la mente de' lettori, e scoprono loro in un istante un'immensità di paese. La signora contessa Figuerola (che con la sua comitiva la riverisce) n'è incantata. L'ho fatta nitidamente trascrivere, non dal consiglier Martines, custode dell'imperial Biblioteca, non dal suo fratello concepista nel Consiglio di Boemia, perché sono occupati a segno ne' loro impieghi che appena rimangono liberi ad essi i momenti che esigono gli uffici indispensabili della vita, non dalla indefessa compositrice che non ha mai esperimentata la sua abilità nel mestiere di copista, e se io l'ho scritto (come par ch'ella supponga) è stata una mia solenne traveggola: ma mi son valuto del vecchio copista della Corte, che mi ha servito quarantasei anni, che è esattissimo, accostumato alla mia ortografia, e che, cedendo agli anni, non è più in istato presentemente di comandare alla sua mano se non se con istento ed incertezza.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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