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      Non tralasci per questo il suo glorioso incominciato cammino, che lo condurrà senza fallo a buon porto: e mi creda intanto.
     
     
     
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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 15 Maggio 1776.
     
      Ricevei dall'abate Agostini pochi giorni sono, e ieri dalla posta insieme con una gentilissima lettera di V. S illustrissima, i due sonetti che si compiacque inviarmi e nell'uno non men che nell'altro ho ammirato il costante vigore del suo fecondissimo ingegno, giustamente oggetto di stupore e di compiacenza per la degnissima nostra contessa Figuerola e per tutti quelli che al par di lei e di me conoscono, apprezzano ed amano il degnissimo signor conte Florio. Egli deplora giustamente la perdita di un distinto amico, e qui non si sa più che egli abbia vivuto. Un successore amatissimo dal pubblico ne ha in un momento offuscata la memoria. Tanto sono vane, passeggiere e fugaci le luminose apparenze del Teatro del Mondo. Mi conservi il possesso del prezioso luogo che da tanto tempo mi ha destinato nel suo bel cuore, si conservi e mi creda con l'antica rispettosa tenerezza di V. S. illustrissima.
     
     
     
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      A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
     
      Vienna 16 Maggio 1776.
     
      Le vostre due epistole oraziane in verso sciolto ostentano, amico carissimo, la ricchezza della miniera che le ha prodotte. Io vi son gratissimo dell'obbligante cura di farmene parte, e dagli argomenti delle altre, che non ho veduto, comprendo che la compiuta Raccolta di queste diverrà un corso utile e dilettevole di filosofica solidissima morale. Nelle materie didascaliche che avete preso in esse a trattare io credo opportuno il verso sciolto, e me ne son valuto nella mia versione della Lettera a' Pisoni del nostro Orazio a dispetto della mia indignazione contro l'epidemico abuso che ora si fa per tutta l'Italia di questo poco musico metro, che, togliendo alla poesia il fisico incantesimo della rima magistralmente usata, riduce a scarsissimo numero quello de' lettori; ed escludendone affatto il popolo, manca del più sicuro mallevadore dell'immortalità. Approvo che facciate veder al mondo che nessun nascondiglio del Parnaso vi è ignoto; ma non vorrei che accresceste d'un atleta, come voi siete, l'anti-armonica setta regnante.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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