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      Con queste disposizioni dell'animo mio immagini V. S. illustrissima l'impressione che mi ha dovuto fare la parziale ed amorosa proposizione di voler impiegar la sua penna a scrivere la mia vita. Scacci, la supplico, mio caro signor don Antonio, cotesta peccaminosa tentazione dal suo pensiero, se non vuol eccessivamente affliggermi per troppo onorarmi: è pericolosa generosità l'esser prodigo di tali incensi a' miei pari; sollevano cotesti incensi profanati più contradittori che partigiani; e quando riuscisse ancora alla sua incantatrice eloquenza di obbligare ad accordarsi al suo tutti i voti, e di sollevar sino al firmamento il mio nome, io le confesso (sia debolezza o ragione) che non mi sento punto disposto a molto compiacermi d'essere spettator vivente della mia apoteosi. Eguale a questa sincerità è quella con la quale io le professo un'infinita gratitudine e vera corrispondenza all'amore ch'ella mi dimostra e ch'io conto fra i più stimabili e più cari acquisti miei.
      Come poss'io informarla delle migliori musiche de' miei drammi, non avendo quasi intese se non quelle che si sono prodotte su questo cesareo teatro? e di queste la maggior parte scritte dal celebre Caldara, insigne maestro di contrapunto ma eccessivamente trascurato nell'espressione e nella cura del dilettevole. Il più doloroso effetto della mia inabilità sarebbe lo scemamento dell'amor suo: ma ella è così giusta che non vorrà attribuirmi a colpa l'involontario difetto, onde pieno di questa fiducia la prego a credermi con la più rispettosa stima ed affetto.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Antonio Caldara