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      Io gli ho letti, ed ho subito comunicato il piacere ch'hanno essi cagionato in me alle degne persone alle quali co' precedenti saggi ho già insegnato a desiderarlo. Queste non hanno ammirato meno la sua facondia oratoria che la poetica; e si è replicata la lettura e gli applausi della bellissima lettera eccitatrice egualmente e del mio rossore e della mia compiacenza, poiché il visibile eccesso col quale s'ingrandisce in essa il limitato merito mio è prova indubitata di quello a cui trascorre l'amore dal quale lo scrittore è sedotto: e di questa prova io mi valgo per efficace consolatrice fra i rimorsi delle mie usurpazioni.
      Vorrei, anzi dovrei diffondermi nell'esaltar a parte a parte le molte bellezze da me osservate negli scritti suoi e dimostrare quanto sieno sempre a lei propizie le Muse, o prenda ella a trattar la tibia o la lira; ma, amatissimo mio signor Cerretesi, io non son più uomo da lunghe lettere, e son certo ch'ella, assuefatta a travedere tanti altri difetti miei, non vorrà recarmi a delitto l'involontaria mancanza d'attività.
      Mi obbliga, mi consola e mi onora la generosa ricordanza che conservano dell'antica servitù mia la veneratissima signora principessa di Belmonte ed il degnissimo signor conte di Potenza; e raccomando alla sua facondia la cura di rappresentar loro vivamente gli ossequiosi sentimenti de' quali mi rendono ad essi debitore la mia stima, la mia gratitudine ed il mio rispetto.
      * Parte delle dame e de' cavalieri ai quali ella mi commette di recare i suoi complimenti non sono né saranno così presto in Vienna: e con gli altri che vi sono io m'incontro molto di rado; ma quando mi cada in acconcio sarò certamente memore della commissione.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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