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      Io l'ho sempre presente in figura d'Apollo, nella quale ella con l'angelica sua voce e con l'incantatrice sua presenza fece diventare ammirabile e sublime un debole mio componimento drammatico, scritto per ordine dell'augustissima padrona e del quale per l'invidiabil sorte a cui mi vidi allor sollevato io sarò sempre superbo.
      È una grazia che mi consola quanto mi confonde la benigna memoria ch'ella mostra dell'umilissima servitù mia con le replicate generose commissioni che si è degnata di lasciarne il rendermene informato prima in Venezia al signor ambasciator conte Durazzo, ed ora al mio caro gemello, il quale dalla situazione del suo cuore in somigliante inaspettato avvenimento può perfettamente immaginarsi qual debba esser quella del mio. Addio, caro gemello; sarei più lungo se le mie familiari affezioni ipocondriache, che col sollecito freddo imperversano, mi lasciassero la facoltà di esserlo; ma non cessate di riamarmi a dispetto de' miei difetti, e non dubitate mai ch'io non sia sempre il tenero vostro costantissimo gemello.
     
     
     
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      A GIUSEPPE AURELIO MORANO - NAPOLI
     
      Vienna 14 Novembre 1776.
     
      Alla elegante ed umanissima sua lettera del dì 22 dello scorso ottobre rispondo con quel laconismo al quale mi condanna la non creduta da lei mia troppo corta attività, non sufficiente ormai a secondarmi nell'adempimento de' miei più necessari doveri. Onde i miei rendimenti di grazie per l'amichevole accoglienza fatta da V. S. illustrissima alla mia ode di Schönbrunn sono e cordiali e sinceri non potendo esser prolissi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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