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      Duolmi di esser costretto a confessarle la mia troppo circoscritta efficacia, ma mi dorrebbe assai più di entrar nel numero de' venditori di fumo. Si conservi, e mi conservi il luogo di cui veggo che mi onora nella sua memoria, e mi creda veracemente.
     
     
     
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      A CESARE OLIVIERI - TORINO
     
      Vienna 2 Gennaio 1777.
     
      Sorpreso nello scorso ordinario dall'inaspettato obbligantissimo foglio di V. S. illustrissima, sommamente mi compiacqui nel vedere ch'ella avea già altronde che da me indubitate testimonianze del giusto pregio in cui tengo i suoi talenti poetici, mercé i lodevoli saggi de' quali gli è gentilmente piaciuto di arricchirmi, e de' quali insieme con le mie congratulazioni le rendo ora le dovute distintissime grazie. Ella non abbisogna d'antesignani, specialmente del mio calibro, e la parte che vuol darmi nella sua gloria annoverandomi gratuitamente fra questi è tutto dono della sua cortese parzialità, della quale tanto vorrei essere meritevole quanto gliene sono grato. Si lagna V. S. illustrissima a torto degli assalti de' critici; io crederei d'aver più giusto motivo di condolermi seco se non ne avesse. Tutti gli antichi e moderni lumi del Parnaso, incominciando da Omero, ne han sofferto indispensabilmente il corteggio, e noi che tanto ci affatichiamo per rassomigliarci a' gran maestri nell'eccellenza, dobbiamo nella tolleranza ancora non trascurar d'imitarli. Non son le contradizioni la più fatale sventura delle letterarie fatiche, ma la pubblica bensì disprezzante dimenticanza: e non vi è più nobile ed utile maniera di vendicarsi de' detrattori, di quella da lei saviamente adottata, cioè di procurar con ogni sforzo di divenir sempre di giorno in giorno migliore.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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