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      Abbiamo qui ancor noi, come voi costì, tutti i trattenimenti carnevaleschi: teatri in musica e in prosa, tedeschi e italiani, sale da balli pubblici, ed eroici e popolari, feste e banchetti e veglie senza fine: ma tutto ciò non produce in questa tranquilla nazione quella epidemica allegria che nel nostro vivace clima si trasfonde come per vantaggio anche in quelli che non la desiderano, anzi l'evitano. E intanto i miei pari non fan poco se si van difendendo dal terzo orrido inverno che quest'anno si va riproducendo come il fegato di Prometeo: ed è certo che senza il valido patrocinio delle nostre benefiche stufe noi saremmo a quest'ora nella classe di quegli, a voi certamente noti eccellenti presciutti, che senza bisogno di sale divengono deliziosi ed incorruttibili, sepolti sotto le profonde nevi non so se della Mancia o della Sierra Morena. Ma voi mi fate cicalare, e i nervi della mia testa protestano. Addio, caro gemello. Non vi ricordo di continuare ad amarmi, poiché dopo tante prove sarebbe specie d'ingratitudine il mostrar di credere che ve ne fosse bisogno: conservandovi gelosamente, voi ne darete la prova più indubitata e più cara al vostro costantissimo.
     
     
     
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      A GIUSEPPE PEZZANA - PARIGI
     
      Vienna 19 Febbraio 1777.
     
      Son debitore moroso di oltre due mesi e mezzo della risposta ch'esige da me l'obbligantissima lettera di V. S. illustrissima data di Parigi il 23 novembre dell'anno scorso; ma non è senza legittima scusa la mia tardanza. Molti fisici e morali ma canonici impedimenti si son frapposti all'adempimento di questo mio debito, fra' quali non è il più facile a superarsi quell'invincibile irresolutezza che per difetto di temperamento costantemente mi assale quando si tratta d'affrontare il giudizio del pubblico con la stampa d'alcun mio ancora inedito componimento: ma per non aggiungere agli altri miei difetti anche la taccia d'una rozza ingratitudine alle sue cortesi offerte e parzialissime espressioni, ecco (dopo averle rese di queste le dovute sincerissime grazie) ciò che sul proposto affare posso ingenuamente significarle.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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