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      Son gratissimo anche a lei, riveritissimo signor abate, della parte che ha avuta nel procurarmi un così desiderabile onore: ed augurandomi qualche opportunità di servirla, con la più grata e sincera stima.
     
     
     
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      A GIACINTA BETTI ONOFRI - BOLOGNA
     
      Vienna 20 Marzo 1777.
     
      Viva il mio caro impareggiabile gemello, che con quella sua voce seduttrice, fatta per operar miracoli, ha saputo far questo di ravvivar la memoria della mia dimenticata persona nella mente della gentilissima signora Giacinta, a dispetto delle tante cure che l'occupano e la circondano, e coniugali e materne e filosofiche. Il piacere che sempre ho provato nel ricevere le obbliganti sue lettere si è sensibilmente nel giungermi di questa accresciuto, e perché affatto inaspettato, e per le cagioni che me l'hanno procurato. Sono stato seco coll'immaginazione in casa del caro gemello, ho vedute anch'io le magnifiche decorazioni della Nitteti con tutte le perfezioni delle quali ha saputo fornirle l'ingegnoso regolatore delle medesime; ed a dispetto della lontananza e senza aiuto di pennello la fantasia poetica mi ha presentata l'amabile figura della signora Giacinta, quale essa dee indubitatamente essere per trovarsi in proporzione della a me ben nota serenità, gentilezza e vivacità del suo spirito. Si figuri quanto mi siano giunti graditi i saluti del dilettissimo amico per un tal mezzo: ma la prego di compir l'opera rendendone a lui in vece mia un dolce contraccambio con un suo pudico sì, ma tenerissimo abbraccio. Ho presa la dovuta parte nelle sue dolorose e liete vicende, delle quali per sua bontà si compiace informarmi, e desidero e spero che in avvenir la Fortuna non cangerà più trattando seco il tenore delle seconde: si guardi, mia riverita signora Giacinta, di fidarsi alla favolosa magia poetica quando desidera di riscaldare la filosofica freddezza: gl'incantesimi del Parnaso hanno qualche efficacia in teatro, o sostenuti dall'armonia della lira o della tromba: ma sono affatto impotenti quando ardiscono di far prova del loro potere oltre i limiti del finto.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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