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      Vienna 16 Giugno 1777.
     
      L'affettuoso visibile entusiasmo di parzialità che regna nella obbligantissima lettera di V. S. illustrissima a favor mio mi consola a tal segno ch'io dissimulo a me stesso (per non temer che si scemi) il rimorso di non meritarlo; e tanto più me ne compiaccio quanto i due sonetti inviatimi mi lascian men dubitare che non sia ben caro alle Muse il benevolo mio fautore. Io mi congratulo seco de' suoi felici talenti, e le sono gratissimo che le abbia piaciuto d'impiegarli per onorarmi. Le spiegherei prolissamente i sentimenti della dovuta mia gratitudine, ma le lunghe lettere non convengono più alle incomode mie fisiche circostanze; onde, in attenzione de' suoi felici progressi in Parnaso, contraccambio co' miei gli affettuosi suoi sentimenti, e sono con la più distinta ossequiosa stima.
     
     
     
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      A GIAMBATTISTA PISANI - PALLANZA
     
      Vienna 3 Luglio 1777.
     
      De' primi quattro versi della quarta strofa della nota canzone, mio caro signor Pisani, né io né qualche confidente amico letterato abbiamo saputo ritrarre il senso: né col vero originale né con l'altro, col quale ella disegna di cambiarlo. Quando anche la colpa dell'oscurità sia nostra e non dell'autore, sempre è necessario evitarla, perché il farsi chiaramente intendere è il primo obbligo di chi parla e di chi scrive.
      Mi congratulo seco della sua cristiana e filosofica rassegnazione alle supreme determinazioni, dalle quali conviene prender norma nello sceglier gli oggetti de' nostri desideri, non essendo essi per se stessi le vie sicure del nostro bene, e si vede ogni giorno verificato il nescitis quid petatis.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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