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      Eccole il cambiamento che da me desidera, nel quale io credo chiaramente spiegata la sua mente.
     
      O gran bontà dell'infinito amore!
      Per trarre l'uom di schiavitù funestaLascia il Ciel, si ravvolge in mortal vesta,
      Soffre dall'uomo istesso onta e dolore,
      E prega per l'ingrato, e per lui muore.
     
      Mi auguro frequenti le sue lettere portatrici di somiglianti novelle: non dubito della continuazione de' motivi che darà ella alla Fortuna di somministrargliene la materia, teneramente l'abbraccio, e mi confermo con la più sincera ed affettuosa stima.
     
     
     
      2340
     
      A FRANCESCO CASSOLI - REGGIO NELL'EMILIA
     
      Vienna 13 Dicembre 1777.
     
      Alla obbligantissima lettera di V. S. illustrissima, che in questo ordinario ricevo, non saprei, veneratissimo mio signor conte, rispondere più chiaramente che rimandandole una esatta copia dell'ultima mia ch'ebbi l'onore di scriverle il dì 30 dello scorso ottobre, con gli stessi sentimenti di gratitudine e di rispetto per lei, con gli stessi dispareri con lo stampator Davolio, e con gli stessi sinceri auguri di felice successo alla vasta e laboriosa impresa che con l'approvazione di cotesti suoi dotti amici intende di condurre a fine. Ella in quest'ultima sua (con somma mia sorpresa) mi sollecita e mi scongiura confidarmi seco. Ed in che mai, mio riverito signor conte? Quale occasione le ho mai data d'attribuirmi un carattere misterioso? E che mai può occorrere fra di noi che meriti mistero? La supplico di rendermi giustizia. Al degnissimo signor conte Guicciardi mille riverenze in mio nome, ed altrettanti rendimenti di grazie per la sua obbligante memoria.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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