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      Secondi, riveritissimo signor abate, queste mie nel suo valore ben fondate speranze, prove indubitate del gran pregio in cui tengo i suoi invidiabili talenti e della ossequiosa stima che mi farà sempre essere.
     
     
     
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      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
     
      Vienna 18 Giugno 1778.
     
      Vorrei, mio caro gemello, che la nostra gemellaggine vi facesse rassomigliar meno a me riguardo alle troppo frequenti irregolarità della salute: ma la carissima vostra del primo del corrente mi convince che non meno di me voi siete obbligato di star sempre pronto alle difese contro qualche nuova insidia della medesima a danno della vostra tranquillità. So che la pazienza è l'unica droga specifica per i nostri malanni: ma per metterla in uso ci vuole dell'eroismo: e il mestier dell'eroe non è sopportabile alla lunga.
      Mi ha consolato e confuso la benigna memoria che mostrano per me gli adorabili arciduchi di Milano: e sono internamente entrato a parte delle grazie a voi da loro compartite. È ben giusto che chi si risente tanto de' vostri guai si rallegri ancora de' vostri onori. In questo conto entrano ancora le visite da voi ricevute dagli Eminentissimi Buoncompagni e Simoni: al primo de' quali vi supplico di rinnovare i soliti attestati della mia venerazione, come quelli dell'ossequiosa mia gratitudine a tutti gl'individui dell'illustre famiglia Spada, e a tutti quelli che mi onorano della loro reminiscenza; ma specialmente al degnissimo padre Francesco Maria da Bologna, che con una sua obbligantissima lettera mi ha reso esattissimo conto del vostro stato in salute e del mio nel vostro bel cuore, come delle gentili affettuose accoglienze con le quali lo avete onorato.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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