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      A LUCA SALVINI - ROMA
     
      Vienna 25 Giugno 1778.
     
      Son pieno di vera riconoscenza per la grata obbligante cura di V. S. illustrissima nell'informarmi dei luminosi progressi della nostra Accademia, illustrata sempre più di giorno in giorno (come ella asserisce) da così frequenti e sublimi aggregazioni; e sarei superbissimo se mi trovassi atto a procurarle quella che presentemente ambisce. Ma per ora è inutile il pensarvi, poiché chi mai potrebbe avvisarsi di proporre luogo in un'adunanza letteraria ad un principe che si trova attualmente occupato, non già nella sua reggia in Vienna, ma ne' campi di Boemia a regolare i moti di ducento mila uomini armati, che dipendono ivi da' cenni suoi? E quando fosse egli ancora nella sua capitale in seno della più profonda e tranquilla pace, il mio dovuto rispetto non mi permetterebbe mai di lasciarmi uscire dalle labbra la suggerita proposizione. Tanto più che un tal ritegno è ben giustificato dal recente esempio che se n'è veduto in Parigi, dove l'augustissimo imperatore onorò bensì della sua presenza un'adunanza della più celebre di quelle accademie, ma non desiderò egli né gli fu proposto (ch'io sappia) di divenirne parte integrale. Forse qualche persona d'alto affare, onorata dalla sovrana familiarità, approfittandosi del comodo di cogliere qualche destro momento, potrebbe avventurare il colpo; ma queste non sono operazioni per i miei pari, obbligati dalla prudenza a contenersi negli angusti limiti ne' quali son ristretti dai doveri del proprio stato.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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