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      Qui la stagione, che avea minacciato l'arrivo dell'inverno, è divenuta di nuovo serena, temperata e in ogni parte bellissima: la spero cambiata in meglio anche costì, e che le irregolarità della vostra salute si saranno rimesse in ordine. Quelle della mia a forza d'ostinazione hanno familiarizzata la mia pazienza, onde non me ne lagno se non se quando esigono a forza le scosse fisiche della macchina tormentata di quando in quando più del costume. Occupatevi, caro gemello, quanto potete per distrarvi dalle tetre meditazioni alle quali vi veggo inchinato, e le quali in vece di sollevarci accrescono i nostri malanni. Le felicità non sono state bastanti a farvi perdere l'equilibrio: prova che l'animo vostro non manca del vigore necessario per far fronte a qualunque disagio. Addio. Già mi pare di aver troppo moralizzato. Non vi stancate di volermi bene, almeno per occuparvi in pensieri che non sogliono mettervi in cattivo umore, ed io farò lo stesso consolandomi sempre nel piacere che provo nel considerarmi il vostro amoroso e corrisposto fedelissimo.
     
     
     
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      A PIETRO BINI - ASSISI
     
      Vienna 5 Ottobre 1778.
     
      Mi obbliga sommamente la gentile ed eloquente lettera di V. S. illustrissima del 14 dello scorso settembre, poiché comprendo dalla medesima ch'ella mi rende giustizia credendomi persuaso del comun debito che tutti abbiamo della reciproca fraterna assistenza; ma egualmente mi affligge perché mi veggo attribuite da lei quelle fisiche e morali facoltà ch'io non possiedo e che sono necessarie per non essere inutile a' nostri simili.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Ottobre