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      Dunque i miei figliuoli, più abili e fortunati del padre, han costì ottenuto l'onore di riempir gli ozi vostri? Io ne sarei superbo, se non temessi che familiarizzandovi troppo con esso loro ne andaste scoprendo i difetti. In ogni caso dissimulateli, ma non togliete loro l'invidiabile impiego. Ha ottimamente fatto la impareggiabile signora contessa Stirck astenendosi dallo scrivermi: ella non può dubitare che i suoi caratteri mi sian cari, ma dee ancora esser certa che l'idea del suo incomodo mi sarebbe insoffribile. Io non ho bisogno di nuove prove della bontà sua per me: me ne ha ella così ben persuaso, ch'io disfido qualunque lontananza e qualunque silenzio a scemarmene la fiducia. Riveritela divotamente in vece mia, e procurate di conservarla lungamente alla delizia di cotesta eletta ed invidiabile società, che tanto l'ama e l'onora. Impiegate, vi prego, la vostra seduttrice eloquenza per assicurare i degnissimi coniugi Cobentzl non solo della mia più ossequiosa stima, ma di tutto quell'amore ancora che si può accordar col rispetto. Alla bella sultana, al caro bassà ed a quanto respira in cotesta amabile casa dite per me quanto sapete dir di più tenero e di riverente: procurate di trovarmi abile ad ubbidirvi, e credetemi con la dovuta ossequiosa stima.
     
     
     
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      A FILIPPO PARBONI - ROMA
     
      Vienna 27 Marzo 1779.
     
      A tenore del nostro antico costume, eccogli, riveritissimo signor Parboni, in questa letterina e l'autentica notizia del prospero stato di mia salute e le mie preghiere per la continuazione delle sue grazie nel pagamento dello scorso ultimo termine della mia nota pensione, e le dovute proteste della mia gratitudine, accompagnate dal vero desiderio di dimostrarle con l'ubbidienza mia a qual segno io sono.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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